Metodo Feldenkrais
Il movimento rivela chi e come siamo. È alla base delle nostre azioni, delle nostre sensazioni e delle nostre emozioni. L'organizzazione del sistema neuro-muscolo-scheletrico esprime infatti lo stato di salute della persona.
Il Metodo Feldenkrais®, interviene in questo ambito in quanto è un processo educativo che utilizza il movimento corporeo per ottenere il miglioramento delle possibilità psico-neuromotorie nell'essere umano. Moshe Feldenkrais, l'ideatore del Metodo, riteneva infatti che il movimento è un mezzo semplice e diretto per focalizzare l'attenzione su "quello che noi non sappiamo, di non sapere".
Il Metodo insegna alle persone ad "usare" se stesse con maggior abilità, efficienza e semplicità per raggiungere gli scopi desiderati. Coinvolge la persona a un livello senso-motorio, livello da cui si imparano tutti i tipi di abilità, in cui prima si agisce e poi si mettono in atto altri piani di azione.
È basato infatti sulla profonda integrazione tra movimenti, sensazioni, sentimenti e pensieri. Questo lo rende una delle pratiche più efficaci nello sviluppo e nel potenziamento delle abilità e delle capacità di CAMBIAMENTO.
CONSAPEVOLEZZA
La presa di coscienza e di messa in discussione delle nostre abitudini corporee, profondamente registrate negli schemi neuro-muscolari del sistema nervoso, influenzerà inevitabilmente e si rifletterà certamente sulla totalità della nostra persona.
Ogni nuova informazione introdotta, origina un nuovo stimolo che ne origina un altro e così via, proprio come un albero arricchisce la sua chioma con la crescita di nuovi giovani rami.
Ma come può un semplice movimento, che magari non è mai stato compiuto prima, essere la fonte di questa espansione delle nostre capacità di apprendimento?
L'uomo della società moderna, condizionato da un sistema educativo e culturale di massa che spesso lo separa da se stesso, non ha imparato a conoscersi. Molte delle percezioni e delle conoscenze che ha del mondo, gli sono state trasmesse da altri, più che da un percorso di apprendimento esperienziale personale.
Ogni comprensione, ogni crescita però, si realizza soltanto attraverso l'esperienza personale. Si tratta quindi di affinare le nostre percezioni e il nostro senso cinestesico (percezione delle sensazioni). Ed è proprio di questo che si occupa il Metodo Feldenkrais, ovvero di allargare la consapevolezza che abbiamo rispetto a quello che facciamo automaticamente. "Quando sapete quello che fate, potete fare quello che volete", affermava Moshe Feldenkrais, perché senza informazioni che provengano da noi stessi, non possiamo fare altro che ripetere quello che ci viene trasmesso dagli altri.
FARE DI MENO PER OTTENERE DI PIÙ
La regola essenziale per sviluppare questo senso "nascosto" ma necessario per avere una maggior consapevolezza interiore, è ridurre lo sforzo. La tensione dello sforzo ci impedisce di ascoltare le nostre sensazioni, utili ad ampliare la nostra conoscenza, e quindi offusca ogni osservazione su noi stessi e sul mondo circostante.
Per imparare ad apprendere, bisogna ripulire i movimenti parassiti ed inutili. La nostra cultura e la nostra educazione ci spingono spesso a comportarci esattamente all'opposto: fare sempre di più, mentre qui SI TRATTA DI FARE MENO, MOLTO DI MENO.
A esempio quando noi guardiamo verso sinistra, in genere giriamo la testa e gli occhi verso questa direzione. Se però mentre noi facciamo questo stesso movimento, giriamo la testa in un senso e gli occhi nell'altro e poi ritorniamo a far girare gli occhi e la testa insieme come all'inizio, possiamo constatare che, senza alcuno sforzo, la testa gira di più e che l'angolo di visione è aumentato.
LE SCELTE
Noi agiamo in funzione dell'immagine che abbiamo di noi stessi, in parte ereditata, in parte risultato dell'educazione ricevuta. Questo spesso ci crea un limite, intrappolandoci negli schemi delle nostre abitudini. Espandere l'immagine di sé, è possibile nella misura in cui noi acquisiamo una sicurezza interiore maggiore, perché la maggior parte dei nostri blocchi sia fisici che psichici, provengono da una mancanza di scelta, e la mancanza di scelta da una mancanza di conoscenza di altre possibilità.
Secondo Feldenkrais, per conoscere e padroneggiare veramente una situazione, bisogna avere a disposizione almeno tre alternative per comprendere e/o realizzare la situazione in questione.
Non è necessario raggiungere un obiettivo per evolvere, ma si deve trasformare il modo in cui raggiungerlo.
Si tratta di COME si agisce, come si osserva e come ci si arricchisce di mille possibilità.
Ad esempio nella nostra respirazione abituale, in genere noi utilizziamo veramente poco delle nostre capacità disponibili. Nel momento in cui sperimentiamo respirazioni alternative (quella di un bebè, di uno yogi, di una persona depressa o di una che ride..) o paradossali…., noi introduciamo nuove informazioni che modificano i nostri schemi inconsci.
L'allievo quindi non impara qualcosa di nuovo, ma apprende soprattutto a fare la stessa cosa in maniera diversa. Atteggiamento che gli permetterà di uscire da un comportamento compulsivo.
ELIMINARE LE TENSIONI
Per allontanarsi dagli automatismi di sempre, bisogna eludere le tensioni del corpo.
Tensioni che sono all'origine della maggior parte delle nostre azioni. La fame ci induce a mangiare, la fatica a dormire… Altre tensioni però, sono più difficili da identificare perché non danno luogo a reazioni fisiche precise e localizzate. Hanno origine nel sistema nervoso centrale e spesso si traducono in comportamenti irrazionali aberranti. La sensazione di insicurezza per esempio, può assumere reazioni diversificate, secondo gli individui e secondo il momento.
Fino a quando non prendiamo coscienza di questo fenomeno, stentiamo a credere di poter essere tanto ignoranti rispetto a quello che avviene in noi. In genere siamo bravissimi a trovare per esempio alla nostra impazienza o alla nostra irritabilità, una spiegazione razionale tale da allontanare il problema reale. Ma fino a quando queste sensazioni persistono al punto di causarci dei problemi, diventa importante identificare le manifestazioni fisiche.
L'essere umano è asimmetrico nel corpo, ma dal punto di vista del movimento tende alla simmetria. Ed è proprio questo movimento che costituisce la nostra capacità di apprendere. Proprio questa asimmetria ci consente di valutare, confrontare, differenziare. In pratica possiamo prendere coscienza e affinare la nostra consapevolezza.
Ogni apprendimento inizia con errori grossolani. Generalmente si parte da livelli difficili, da zone sconosciute che ci permettono attraverso dei tentativi di trasformare la difficoltà in facilità, e poi la facilità in piacere. Non si tratta di acquisire ulteriori conoscenze ma di imparare ad eliminare l'inutile ed a ritrovare l'innato. Che si tratti di una pratica sportiva, di un'abilità artistica o semplicemente di amare, si tratta sempre di ripulire le nostre sensazioni interne e/o le sensazioni cinestesiche, affinchè possiamo renderci conto dei cambiamenti che il corpo produce all'esterno.
AFFINARE IL SENSO CINESTETICO
Cogliere la sfumatura dei dettagli è quindi essenziale. Il segreto di questa sottile percezione è quello di non compiere alcuno sforzo, e di fare meno di quello che si può. "Quando l'impossibile diventa possibile, allora il possibile diventa facile, il facile diventa piacevole e il piacevole diventa bello ed esteticamente corretto da vedere". Ognuno di noi possiede delle capacità, che restano latenti. Fare degli sforzi sovrumani per evolvere, è inutile.
La vera volontà, il volere efficace, è inconscio e autonomo. Per questo bisogna permettersi di esplorare, giocare, non esercitare nessun controllo cosciente. Ma potrebbe essere anche la cosa più difficile al mondo, considerato come siamo attaccati ai nostri mascheramenti, oppure tesi verso un modello ideale intessuto di un conformismo irreale e noioso. Bisogna costruire la nostra personalità sugli errori. Errori, che ci rendono unici al mondo.
Il "segreto" di questo metodo non risiede nella messa a punto di una speciale tecnica, ma nella comprensione del modo di evocare le nostre possibilità di apprendimento in una modalità rapida ed efficiente.
Metodo MEP Movimento Ergonomia Postura
Metodo MEP messo a punto dal Prof. Giuseppe Massara per il benessere globale ed il mantenimento dello stato di salute mediante il “movimento razionale ed ergonomico”
Il progetto “benessere attraverso il movimento” per la protezione della colonna vertebrale dai danni della ipocinesia e degli stress posturali, è un programma esteso di prevenzione e trattamento di alcune tra le più diffuse e frequenti cause di sofferenza della società moderna, anche se molto spesso sottovalutate e trascurate, come le cervicalgie e le lombalgie.
Esso è finalizzato a ricondurre, in modo dolce e progressivo, l’individuo ipocinetico sofferente sul giusto sentiero per :
- la riconquista della postura corretta, quindi un defaticamento vertebrale
- la rieducazione alla gestione economica della propria postura e dei propri gesti, quindi una ergonomia funzionale
- la percezione e gestione consapevole del proprio corpo e delle sue funzioni, quindi una riduzione dello stress psico-fisico
Il metodo MEP si connota per l’integrazione tra :
- indagini a basso costo con tecnologia non invasiva
- presìdi e supporti ergonomici di facile utilizzo
- programmi di motricità globale ed efficienza fisica, anche con apparecchi appositamente ideati e realizzati per garantire il benessere nel rispetto dell’ergonomia, con la mediazione del movimento razionale e consapevole
Il metodo in oggetto prevede il proprio intervento rieducativo e correttivo di riprogrammazione posturo-cinetica sulla base di un attento studio svolto sui seguenti quattro ambiti:
- struttura morfo-posturale
- organizzazione coordinativa ed ergonomica
- capacità fisica condizionale
- efficienza muscolo-articolare
In questo contesto e con le apparecchiature scientifiche che caratterizzano il metodo MEP, è possibile analizzare la gestione posturale-ergonomica e le sue devianze dalle quali possono scaturire sindromi posturali spesso dolorose, e che negli atleti possono determinare una riduzione della prestazione sportiva apparentemente senza causa. Queste pur non sottendendo danni strutturali e stati patologici ma “minus funzionali” peculiari dell’ipocinesia, spesso associati a stress meccanici di alcune strutture ipovalide od iper-sollecitate, possono divenire causa di alterazioni sulle quali si può intervenire con successo, mediante i sopra menzionati programmi che il metodo distingue in due grandi famiglie:
- ERGO-WELLNESS
- ERGO-FITNESS
Entrambe sono strutturate in più classi di esercizi per la riprogrammazione morfo-posturale, condizionale e l’integrazione psico-corporea.
In relazione a quanto sopra descritto, motricità e postura diventano “realtà studiata-percepita-vissuta-gestita” attraverso una proposta scientificamente costruita ed in grado di realizzare programmi di ginnastica differenziata, adattata e personalizzata, in associazione a norme ergonomiche mirate ad insegnare l’uso corretto del proprio corpo in azione ed a riposo.
ASPETTI GENERALI DEL SISTEMA
- VALUTAZIONE, SOMMINISTRAZIONE QUESTIONARIO, INDAGINE STRUMENTALE NON INVASIVA
- PROGETTO CINESIOLOGICO CON FORMULAZIONE DEL PROGRAMMA
- CONTROLLO A DUE MESI E VARIAZIONE DEL PROGRAMMA
SCOPI
- RICOSTITUIRE UNA CONDIZIONE DI AUTONOMIA E BENESSERE PSICO-FISICO
- ACQUISIRE E MANTENERE LA MIGLIORE FORMA FISICA
- ELIMINARE LO STRESS CAUSATO DAI FRENETICI RITMI DELLA QUOTIDIANITÀ
- IMPARARE A GESTIRE IL PROPRIO CORPO IN ECONOMIA
CLASSI DI ESERCIZI
- TECNICHE PER LA CONOSCENZA DEL PROPRIO CORPO
- TECNICHE DI RIEDUCAZIONE DEGLI SCHEMI POSTURALI E MOTORI DI BASE
- TECNICHE DI DISSOCIAZIONE ARTICOLARE E RILASSAMENTO
- TECNICHE DI MOBILIZZAZIONE ARTICOLARE
- TECNICHE DI ALLUNGAMENTO MIO-FASCIALE GLOBALE E DISTRETTUALE
- TECNICHE DI POTENZIAMENTO DEI MUSCOLI DELLA POSTURA E DELLA MOTRICITÀ FINALIZZATA
- TECNICHE DI STABILIZZAZIONE E GESTIONE DEGLI EQUILIBRI
- ELEMENTI DI ORGANIZZAZIONE COORDINATIVA
- ELEMENTI DI INCREMENTO CONDIZIONALE
- ELEMENTI DI EDUCAZIONE E GESTIONE ERGONOMICA DEL CORPO IN AZIONE ED A RIPOSO
Ergonomia Biofunzionale e Riprogrammazione Morfo-Funzionale
La “Ergonomia Biofunzionale”, i cui princìpi dottrinari sono stati definiti dal Prof. Giuseppe Massara, è la disciplina che analizza, approfondisce ed applica gli aspetti teoretici e le metodologie d’intervento del movimento razionale e dell’ergonomia del sistema posturale, al recupero della prestazione corporea ed alla riarmonizzazione dell’assetto morfologico della postura e della sua gestione ergonomica.
Il suo fine è assicurare l’armonia funzionale ed estetica, mediante una condizione di equilibrio tra assetto morfologico ed efficienza fisica, il migliore risultato è comunque garantito dalla capacità di evidenziare l’importanza della prevenzione.
Per realizzare ciò, è determinante che l’assetto morfo-funzionale sia coerente con i canoni dell’eumorfismo, della bioenergetica e della biomeccanica umana, essendo l’uomo un sistema dissipativo di elementi correlati in un costante disequilibrio dinamico, interagente nel campo gravitazionale.
Quanto sopra affermato, costituisce un percorso importante per il raggiungimento di una condizione di benessere psico-fisico, quindi non esclusivamente distrettuale e riabilitativo, ma globale e rieducativo realizzato attraverso un salutare e consapevole stile di vita attivo ed ergonomico.
Si prefigge anche lo scopo, di delineare i criteri scientifici per una corretta prescrizione di attività fisica, di creare un linguaggio comune ed una sinergia tra medici prescrittori e professionisti della salute, del benessere e del fitness; queste sono condizioni essenziali per assicurare un responsabile e scientifico rapporto di collaborazione con i vari ambiti della medicina, in particolare con l’ortopedia, la neurologia, la terapia fisica e riabilitazione, la medicina estetica e l’odontoiatria in particolare per la riprogrammazione, anche ai fini della postura globale, dell’importante distretto cranio-cervico-mandibolare mediante l’ottimizzazione del sistema occlusale-deglutitorio-posturale (distrettuale e globale).
La complessità del “sistema uomo-gravità” obbliga all’interdisciplinarietà.